Turismo sessuale minorile – prima parte
Di Luca Mucci, coordinatore delle campagna italiana contro il turismo sessuale minorale in Brasile -“Stop child sexual tourism”-, che ha accettato di partecipare nell’ O Mal da Indiferença.
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La vità delle ragazzine è un inferno. La prima violenza spesso succede tra le mura di casa: i padastri, i fratellastri, gli zii sono quelli che abusano spesso di loro. Per questo poi preferiscono la strada alla loro casa, quando cominciano poi è difficile smettere. La società non offre alternative serie per loro, la miseria spinge a fare di tutto pur di vivere in modo dignitoso. I turisti poi gli fanno credere di avere trovato un amore vero, le trattano come principesse, le illudono, le sfruttano, le costringono a fare di tutto pur di soddisfare i loro desideri ad usare droghe, a ubriacarsi, a farlo senza protezione nei modi più indecenti e dopo che fai questa vità di merda per alcuni anni sei distrutta. Le ragazzine che cominciano a 10-11 anni per una cena in un ristorante che per loro prima era un sogno o per un bel vestito comprato in un centro commerciale per loro proibitivo, tutto questo fa si che non abbiano la fortuna e il diritto di vivere quel periodo che è l' adolescenza ma le trasforma subito e nel modo più orrendo in donne adulte, spesso diventano bimbe-mamme. Si parla di ragazzine o meglio di bimbe di 10-11 anni fino a 16-17 anni, bimbe che a volte hanno un corpo di donna ma sono e restano bimbe con i loro sogni, con le loro speranze. E non oggetti, merce, cose, da comprare.
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